Titolo: Diario Inferno
Autore: Alessandro Montanini
Casa Editrice: Aliberti Editore
Anno: 2006
Pagine: 303
Prezzo: € 16,00
La storia si sviluppa attraverso le pagine di un diario, dove il protagonista racconta la vita di tutti i giorni in forma di brevi annotazioni, schegge impazzite di un’esistenza tutt’altro che tranquilla.
Il lavoro in ufficio, la spesa negli ipermercati, le pulizie di casa, le serate alcoliche con gli amici, i tentativi di approccio con nuove ragazze: questi elementi compongono la superficie delle sue giornate, la copertura che a malapena gli permette di mimetizzarsi fra la gente di una metropoli qualunque.
Ma un’altra quotidianità impegna il giovane protagonista. Egli afferma di uccidere delle persone, da solo o in compagnia del suo amico; di bruciare chiese e sacrificare vittime in onore dell’oscuro dio Tsathoggua (il nome dovrebbe ricordare qualcosa agli appassionati del Solitario di Providence), creatura ancestrale di cui egli è il messia. Nelle pagine del suo diario leggiamo di risse, amici con disturbi della personalità, droghe, affari con contadini pervertiti, furti di antiche reliquie magiche dai misteriosi poteri, contrasti con ordini esoterici e incontri con uomini sinistri che fabbricano feticci di carne. Il tutto impregnato di paranoie, magia, tour in giro per il mondo con una metal band, inspiegabili vuoti di memoria e pensieri crudeli, che colano sulle cose e sulle persone come cancerogeno catrame bollente.
In una parola, l’inferno. Un inferno colorato e vivo, pieno di carne e sangue a fiotti, montato su tematiche horror molto ampie, che spaziano da suggestioni lovecraftiane alle influenze cinematografiche degli horror anni ’80.
Eppure la cattiveria che sgronda da queste pagine è accompagnata da una dose altrettanto forte di ironia, a tratti di comicità. I due elementi si mescolano talmente bene, che il risultato finale è davvero accattivante. Sbaglia, secondo me, chi vede Diario Inferno come un libro semplicemente oscuro, maligno, quasi fosse solo il triste manifesto di chissà quale nuovo (ennesimo!) male nel mondo.
Diario Inferno è una fantasiosa macchina narrativa, che mette in scena una storia delirante che sa muoversi sulle proprie gambe. Tinte splatter, pulp e thriller. Il risultato letterario è un horror visivo, agile e vivo, che appaga il lettore.
L’autore utilizza uno stile semplice e diretto, e lo fa in modo efficace. Ci leggo l’influenza di certi scrittori americani come Edward Bunker, Joe R. Lansdale, Chuck Palahniuk o Bret Easton Ellis. Le parole sono rasoiate precise, le frasi non sbavano dietro pensieri contorti e fumosi, le scene risultano quasi sempre vivide e materiali. Ne risulta una scorrevolezza incantevole, che porta il lettore a cavalcare la storia pagina dopo pagina, a divorare il libro in poco tempo. E questo è un gran pregio, soprattutto se paragono questo romanzo a quelli di tanti autori esordienti che preferiscono annegare le idee in una prosa ampollosa, fuori del mondo, morta e sepolta da quasi un secolo.
L’autore di questa bella prova narrativa è Alessandro Montanini, nato a Monza nel 1971. Lavora come buyer per una grande catena di elettronica e suona in una gothic band, i Kalidon, il cui nome è presente anche all’interno del romanzo. In effetti, leggendo le note dell’autore, è facile constatare come Montanini abbia voluto “giocare” e sovrapporre parte del suo vissuto con quello del terribile protagonista di Diario Inferno. Il blog ufficiale dell’autore si trova a questo indirizzo: http://diarioinferno.blog.excite.it/
Diario Inferno è il suo romanzo d’esordio, ma leggo dall’intervista fatta ad Alessandro sul numero I di Necro, che è già al lavoro sul seguito. Io sarò sicuramente fra i suoi lettori. Per me Diario Inferno è stata una ventata d’aria fresca in una caverna che sa di putrefazione.