giovedì 27 dicembre 2007

Diario Inferno



Titolo: Diario Inferno
Autore: Alessandro Montanini

Casa Editrice: Aliberti Editore
Anno: 2006
Pagine: 303
Prezzo: € 16,00


Diario Inferno è una lama assassina, fende il buio e raggiunge il cuore del lettore con una traiettoria veloce e letale.
La storia si sviluppa attraverso le pagine di un diario, dove il protagonista racconta la vita di tutti i giorni in forma di brevi annotazioni, schegge impazzite di un’esistenza tutt’altro che tranquilla.
Il lavoro in ufficio, la spesa negli ipermercati, le pulizie di casa, le serate alcoliche con gli amici, i tentativi di approccio con nuove ragazze: questi elementi compongono la superficie delle sue giornate, la copertura che a malapena gli permette di mimetizzarsi fra la gente di una metropoli qualunque.
Ma un’altra quotidianità impegna il giovane protagonista. Egli afferma di uccidere delle persone, da solo o in compagnia del suo amico; di bruciare chiese e sacrificare vittime in onore dell’oscuro dio Tsathoggua (il nome dovrebbe ricordare qualcosa agli appassionati del Solitario di Providence), creatura ancestrale di cui egli è il messia. Nelle pagine del suo diario leggiamo di risse, amici con disturbi della personalità, droghe, affari con contadini pervertiti, furti di antiche reliquie magiche dai misteriosi poteri, contrasti con ordini esoterici e incontri con uomini sinistri che fabbricano feticci di carne. Il tutto impregnato di paranoie, magia, tour in giro per il mondo con una metal band, inspiegabili vuoti di memoria e pensieri crudeli, che colano sulle cose e sulle persone come cancerogeno catrame bollente.
In una parola, l’inferno. Un inferno colorato e vivo, pieno di carne e sangue a fiotti, montato su tematiche horror molto ampie, che spaziano da suggestioni lovecraftiane alle influenze cinematografiche degli horror anni ’80.
Eppure la cattiveria che sgronda da queste pagine è accompagnata da una dose altrettanto forte di ironia, a tratti di comicità. I due elementi si mescolano talmente bene, che il risultato finale è davvero accattivante. Sbaglia, secondo me, chi vede Diario Inferno come un libro semplicemente oscuro, maligno, quasi fosse solo il triste manifesto di chissà quale nuovo (ennesimo!) male nel mondo.

Diario Inferno è una fantasiosa macchina narrativa, che mette in scena una storia delirante che sa muoversi sulle proprie gambe. Tinte splatter, pulp e thriller. Il risultato letterario è un horror visivo, agile e vivo, che appaga il lettore.
L’autore utilizza uno stile semplice e diretto, e lo fa in modo efficace. Ci leggo l’influenza di certi scrittori americani come Edward Bunker, Joe R. Lansdale, Chuck Palahniuk o Bret Easton Ellis. Le parole sono rasoiate precise, le frasi non sbavano dietro pensieri contorti e fumosi, le scene risultano quasi sempre vivide e materiali. Ne risulta una scorrevolezza incantevole, che porta il lettore a cavalcare la storia pagina dopo pagina, a divorare il libro in poco tempo. E questo è un gran pregio, soprattutto se paragono questo romanzo a quelli di tanti autori esordienti che preferiscono annegare le idee in una prosa ampollosa, fuori del mondo, morta e sepolta da quasi un secolo.

L’autore di questa bella prova narrativa è Alessandro Montanini, nato a Monza nel 1971. Lavora come
buyer per una grande catena di elettronica e suona in una gothic band, i Kalidon, il cui nome è presente anche all’interno del romanzo. In effetti, leggendo le note dell’autore, è facile constatare come Montanini abbia voluto “giocare” e sovrapporre parte del suo vissuto con quello del terribile protagonista di Diario Inferno. Il blog ufficiale dell’autore si trova a questo indirizzo: http://diarioinferno.blog.excite.it/
Diario Inferno è il suo romanzo d’esordio, ma leggo dall’intervista fatta ad Alessandro sul numero I di Necro, che è già al lavoro sul seguito. Io sarò sicuramente fra i suoi lettori. Per me Diario Inferno è stata una ventata d’aria fresca in una caverna che sa di putrefazione.

martedì 25 dicembre 2007

Risultati Finali del NeroPremio XXXI

Si è conclusa la 31esima edizione del concorso gratuito per narrativa "di genere" NeroPremio. Ecco la classifica finale:

1° - L'elfo di Saggina di Luigi Pellini
2° - Terra di nessuno di Riccardo Gazzaniga
- Deicidio nel regno di Krak di Federico Mosso
- Bartolomeo e il mostro di Simone Corà

- Io, la nonna ed Elisa di Sara D'Ellena

- Il giorno della mamma di Simone Pera
- La gemma di Enlil di Paola Preziati Scaglione
- Con passo di sangue di Matteo Ceroni
- Trapasso di Raffaele Barbaro
10° - Guardando nel buio di Simone Trabalza

La giuria della 31esima edizione del NeroPremio è stata composta da Pierangela Eliogabalo, Vincenzo Barone Lumaga, Emiliano Maiolo, Floriana Niobe Puccini, Stefano Valbonesi e Alessio Valsecchi.

I primi quattro racconti vincitori saranno pubblicati su un e-book commemorativo dell'edizione del concorso. Inoltre, i primi tre classificati si divideranno i libri messi in palio dalla Tela Nera, che sono:

Il silenzio dentro di Aprile, Capone, Papolino
Fluorescenze di Giovanni Buzi
Libro di sangue 3 di Clive Barker


domenica 23 dicembre 2007

Risultati finali del Lovecraft 2006

Finalmente, dopo un'attesa estenuante che si è prolungata per quasi un anno intero, sono stati resi notii risultati finali del concorso di narrativa "Premio Lovecraft", edizione 2006. La classifica è la seguente:

1°) L'Altare di Gianluca Turconi
2°) La bambina dell’Est di Marica Petrolati
3°) Vendetta Indù di Giuseppe Pastore
4°) La signora del tredicesimo piano di Aldo Selleri
5°) Codice Yetzirah di Paola Urbani ed Emanuele Viola
6°) Ultima Metro di Stefano Valbonesi
7°) La bellezza della Bestia di Milena Rao
8°) All'Ombra del Signore di Davide Galati
9°) Casta Diva di Giovanni Buzi
10°) Il più grande spettacolo di tutti i tempi di Umberto Maggesi

Stando alle notizie fornite dagli organizzatori, negli anni si sono intrecciati diversi problemi nella gestione del concorso, dal calo del numero di partecipanti a questioni di carattere logistico. Così, purtroppo, quella del 2006 è stata l'ultima edizione del prestigioso concorso, che senza dubbio ha rappresentato in Italia un punto di riferimento davvero importante per tutta la letteratura horror.
Un finale in sordina, opaco, se si tiene conto dell'attesa insolitamente lunga per i risultati, e della mancanza di una premiazione pubblica, che pure le scorse edizioni aveva avuto luogo.

giovedì 13 dicembre 2007

Portami alla vita - Il meglio del NeroPremio XI



È possibile scaricare dal sito www.latelanera.com e www.ebookgratis.net l'e-book "Portami alla vita - Il meglio del NeroPremio XI", raccolta commemorativa della 30esima edizione del concorso gratuito di narrativa NeroPremio. L'e-book contiene i quattro racconti vincitori.

Dalla prefazione:

"È bello aprire gli occhi dopo un lungo sonno e accorgersi che la fame di orrore e paura non è affatto diminuita. Il NeroPremio, concorso dedicato alla narrativa di genere horror, noir e fantastico, è giunto alla sua 30esima edizione. Ideato dallo scrittore Alessio Valsecchi, creatore del portale La Tela Nera (www.latelanera.com), da quattro anni l’iniziativa è presente in Rete e accoglie ad artigli spalancati le fatiche letterarie di centinaia di scrittori esordienti, divenendo così un punto di riferimento per l’oscura scena horror italiana. Nell’ultimo anno il concorso aveva subito una battuta d’arresto dovuta alla crescita esponenziale delle attività e iniziative editoriali del sito. Così impegnato, il tentacolare e ubiquitario Valsecchi ha deciso di delegare la gestione dello storico concorso, ed è quindi con grande piacere che prendo in mano la direzione dei lavori. Il NeroPremio non cambierà nessuna delle sue caratteristiche vincenti, ciò che i giurati e io ci proponiamo è di renderlo più appetibile ed efficiente. Magari, chissà, il futuro potrebbe riservare qualche sorpresa gustosa per gli autori.

Il presente e-book raccoglie i quattro racconti che si sono classificati ai primi posti della XXX edizione del NeroPremio. Quattro storie scritte per lasciar correre un lungo brivido sulle schiene dei lettori. In una incontreremo due amici che consumano la loro unica notte di evasione durante la ricorrenza di Halloween; in un’altra accompagneremo un individuo che non può più vedere il mondo con occhi normali. Cadremo preda di un incubo angosciante che tormenta una piccola bambina, e seguiremo le gesta di un ragazzo tormentato dalla morte cruenta della madre. Quattro schegge di orrore, pronte a ferire la carne e lo spirito di chi si accosterà a questo e-book. Il NeroPremio riemerge dai gorghi neri dei sotterranei horror italiani, torna a camminare fra i lettori, affamato di paura."

Clicca qui per scaricare gratuitamente l'e-book "Portami alla vita".
Clicca qui per accedere alla pagina del concorso NeroPremio.

lunedì 10 dicembre 2007

INCUBI - Nuovo horror italiano



Titolo: Incubi. Nuovo horror italiano
Autore: AA.VV.
Casa Editrice: Baldini Castoldi Dalai
Anno: 2007
Pagine: 333
Prezzo: € 17,30


Mi sono avvicinato a questa antologia fra speranze e cautele. Sulla copertina del libro si staglia in rosso la dicitura “nuovo horror italiano”, una dichiarazione di un certo peso, soprattutto perché in Italia la scena horror striscia da sempre al limite dell’inesistente.

L’introduzione è affidata al curatore dell’opera, Raul Montanari, che fornisce il kit di sopravvivenza per il primo contatto con il genere letterario. Zavorra il lettore con informazioni approssimative, riesuma l’immancabile simbolo romantico del soggiorno di Lord Byron sul lago di Ginevra nell’estate del 1816. Una cartolina scontata, letta mille volte, indirizzata agli alieni. Forse.

Il primo racconto, La mungitura, porta la firma della Barbato. Tutto ruota intorno a un casolare di montagna abbandonato, tempo prima teatro di una carneficina. La storia si muove fra scene e toni decrepiti, e i contrappunti narrativi alla Blair Witch Project non salvano la lettura. Usciti dal casolare saliamo sul convoglio di una metropolitana, dove Biondillo rinchiude un pugno di esistenze per un viaggio nella follia. L’Ultimo metrò trasmette a tratti un certo disagio, ma corre via troppo facilmente e scarica la tensione in un finale davvero misero.

Con Vertigine Nera di Boselli viviamo l’arrampicata di tre amici su una difficile parete delle Dolomiti dalla sinistra reputazione. L’atmosfera è costruita con efficacia e l’orrore che si annida fra le rocce mette i brividi. Forse l’antologia ingrana, ma Carraio spegne ogni entusiasmo. La nonna morta fa un certo effetto al primo impatto, ma non regge a una rilettura: dietro al delirio dell’uomo che parla al cadavere della moglie, sotto gli occhi del nipote, si scopre solo lo scheletro di una narrazione vuota.

Vittorio Curtoni ci risolleva con un giro sulla giostra di Io mordo per primo. Indiani a Piacenza e incarnazione di mostri, orrore e ironia in una scrittura frizzante. Si rinasce, ma per poco, perché Fois è dietro l’angolo. Carlo è fuori di testa descrive le gesta di un drogato coinvolto in una serie di strani omicidi. Una storia ritrita con personaggi manichini, affossati da una scrittura che le prova tutte e rimane irritante. Il finale chiude con una delle frasi più esiziali per un racconto, distrugge ogni credibilità e lascia macerie.

Per fortuna ci sono Utero di Morozzi e Farfalle rosse di Nerozzi. Il primo ci regala un’onesta storia dell’orrore, con elementi soprannaturali e sana cattiveria. La si legge con il piacere licantropico di strappare la carne a morsi. Il secondo intreccia con maestria il dramma personale di un investigatore privato con le indagini su un gruppo di persone scomparse misteriosamente. Magnifico calvario senza scampo.

Poi delusione e sconforto. Aldo Nove firma Non c’è nulla di più vivo dei cadaveri. Piastrelle semoventi e nonne acute. Non è un racconto, ma un cliché appena farcito con frasi di cartapesta. Inutile, una presa in giro. Nel sotterraneo horror italiano potrei pescare centinaia di storie migliori a occhi chiusi.

Almeno c’è la Palazzolo. Alia ci getta in incubo mediterraneo, grazie a una rivisitazione inquietante di miti classici e a una scrittura umorale, che fa della sintassi l’affondare della protagonista nell’incubo. Arriva Pinketts, strepita e fa l’acrobata con La caduta di Casa Pusher Ovvero l’inquilino della Torre del Dettatore. L’ammasso di parole si dimentica in dieci secondi, di horror neanche l’ombra. Tiziano Sclavi fa presenza con Mannaia: la pluriomicida deforme che scanna top model raggiunge la sufficienza stiracchiata, a fatica e senza entusiasmo. Gli invisibili della Vallorani sacralizza la povertà di questo libro, rispolverando una casa abitata da presenze: movimento narrativo pari a zero, ambienti putrefatti, memorie e rigurgiti introspettivi insostenibili.

Alla fine del libro che cosa rimane? Il lettore provato, sfatto, confuso. Solo cinque racconti avvincenti in un bouquet muffoso; mancano grandi nomi dell’orrore nostrano, mentre ai pochi presenti si affiancano scrittori imbarcati da altri lidi narrativi, dei quali mi sfugge l’impegno e l’entusiasmo per questo genere. Qual è l’intento di Incubi? Non certo presentare il nuovo horror italiano. Quello continua a strisciare in bui sotterranei ancora da scoprire.